Continua senza soste la caduta libera del prezzo del greggio in tutto il mondo. Una situazione che non sembra avere fine ed, anzi, potrebbe ulteriormente continuare sulla stessa scia, anche per diversi mesi o anche per anni. Il costo dell’oro nero ormai negli Stati Uniti è appena la di sopra dei quaranta dollari mentre nel vecchio continente si mantiene al di sotto dei cinquanta dollari al barile. Un calo di ben cinquanta punto percentuali rispetto all’anno scorso. Anche l’aumento registrato nel periodo primaverile, non è stato sufficiente. Ma sono gli ultimi mesi a rappresentare il periodo di maggiore calo del costo del greggio.
E’ di ben venticinque punti percentuali il ribasso del prezzo registrato dal mese di giugno ad ora. Un periodo davvero pessimo per i produttori di petrolio di tutto il mondo che probabilmente non vivevano un’estate così “nera” dagli anni ottanta. E non vanno di certo meglio le cose per quanto riguarda il prossimo futuro. Una previsione davvero allarmante è stata azzardata da alcuni operatori di Bloomberg secondo i quali il costo potrebbe arrivare a toccare, nel corso dei prossimi mesi, addirittura i venti o dieci dollari al barile. Intanto entrano in scena i soliti speculatori in grado di arricchirsi anche su un situazione di forte ribasso del prezzo come quella che il mondo sta vivendo da alcuni mesi.
Ulteriori elementi lasciano pensare che il prezzo del greggio resterà ai minimi storici per lungo tempo ed anzi potrebbe registrare ulteriori crolli. Il primo è la crisi che sta vivendo la Cina, una situazione che potrebbe portare ad una forte diminuzione della domanda di greggio mentre l’altro è l’entrata sulla scena dei produttori dell’Iran, una vera e propria potenza nel campo del greggio che ora si trova del tutto libera dalle sanzioni che ne avevano fortemente ostacolato lo sviluppo della produzione negli ultimi anni.