Con la nuova Riforma del Catasto, il valore catastale degli immobili, in alcune zone, diventerebbe insostenibile per quanto riguarda Tasi e Imu. Da qui, la decisione del Governo di lasciar perdere tutto e rimandare a data da destinarsi. D’altra parte, la nuova riforma avrebbe previsto troppi parametri per essere varata velocemente, anche se si pensa alle opposizioni, pronte a scardinare ogni provvedimento a suon di emendamenti. La musica, quindi, almeno per il 2015, non cambia e probabilmente non cambierà nemmeno l’anno prossimo.

Valore catastale

Infatti, il nuovo valore catastale avrebbe dovuto fare riferimento a parametri che la vecchia normativa non aveva considerato: i dati provenienti dall’Agenzia delle Entrate hanno fatto il resto, costringendo Renzi a fare più di un passo indietro, su quella che annunciava di essere la Riforma più importante del suo mandato.

Come la nuova legge avrebbe causato un valore catastale impazzito per il singolo cittadino? Prima di tutto, non si sarebbe più parlato di “vani”, ma di metri quadri: la piccola rivoluzione avrebbe già così portato a un valore catastale più alto rispetto alle attese, ma c’è di più.


Tra i fattori presi in considerazione dalla riforma, ci sarebbero stati gli aggiornamenti delle visure per le ristrutturazioni che comportavano un aumento della rendita, così come sarebbe contata la zona dove insiste l’immobile e le condizioni in cui l’appartamento si trova.

Infine, il contribuente avrebbe dovuto verificare la microzona di competenza sub-comunale (zone OMI) e fare i conti con le nuove categorie. Nate per rendere più chiaro il valore catastale di un immobile, le categorie pensate nella Riforma del Catasto sarebbero state divise tra Unità Ordinarie e Unità Speciali, con ulteriori disagi per chi non è pratico con le carte.

Sebbene volte a combattere l’evasione fiscale relativa agli immobili, le nuove regole avrebbero comportato aumenti del valore catastale in alcuni casi del 314%, come a Roma e Milano. Al termine del conteggio con il nuovo algoritmo, sarebbero state le periferie a pagare il prezzo più alto: le risposte da parte dei sindacati e delle associazioni dei geometri non si sono fatte aspettare. Un vero salasso improvviso per il contribuente: da qui, la decisione di rimandare tutto a data da destinarsi.


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