Spesso ne abbiamo parlato e spesso abbiamo detto che la crisi non è solo la diretta conseguenza di un problema legato alle aziende e quello che si produce, le attuali difficoltà di tipo economico sono anche il risultato di un equivoco di fondo che ha interessato i giovani. Per anni il senso comune o il modo di pensare di tutti è andato nella direzione sbagliata, producendo una scuola che non solo non insegna nulla ai suoi alunni ma che vive formando i giovani a un modo di vedere le cose completamente sbagliato. Questo equivoco ha riguardato l’orientamento di studi negli anni che sono più importanti per un ragazzo, quelli legati alla scelta dell’istituto superiore, anni nei quali decide se è più consigliabile imparare un mestiere e trovare lavoro o vivere una cultura generalista. L’errore del luogo comune e del comune vivere le cose di tutti i giorni ha portato in questi anni molti giovani a vedere nei licei la soluzione migliore, la scuola nel corso del tempo ha prodotto una generazione di persone colte che hanno studiato. L’equivoco di fondo è stato quello legato al modo di apprendere le nozioni, per anni si è pensato che in fondo la cosa più importante fosse imparare, conoscere e imparare come una sorta di conoscenza fine a se stessa.
Il mondo degli istituti professionali ha vissuto proprio per questo motivo un declassamento autentico, relegato ai margini della istruzione e della conoscenza, la cultura professionale si è persa e non è stata valorizzata. Alcuni nel corso del tempo si sono posti il problema e si sono chiesti se non fosse il caso di cercare di valorizzare nuovamente la cultura degli istituti professionali, puntando a formare una classe di persone che fossero in possesso di una conoscenza tecnica. La conoscenza tecnica si sarebbe poi tradotta in un mestiere che li avrebbe portati nel mondo del lavoro avendo già la basi di quella che era la richiesta del mercato del lavoro, invece si è andati nella direzione contraria, creando una cultura generalista a fine a se stessa. Nel corso del tempo la stessa scuola ha subito una evoluzione non positiva, la sua autonomia scolastica è stata interpretata non come esigenza per creare una formazione finalizzata al mondo del lavoro, la scuola ha prodotto una sorta di offerta formativa fine a se stessa, non focalizzata a degli obiettivi che fossero al di fuori dei suoi meccanismi interni.