Svolta di Renzi sul tema delle pensioni. Il primo ministro ha dichiarato di condividere la linea di Padoan. Un allineamento sul tema del non voler toccare i conti. Insomma intransigenza da parte del Primo Ministro che sottolinea come qualsiasi tipo di intervento non debba prevedere nessun tipo di costo o, al massimo, solo in minima parte. “E’ possibile – aggiunge Renzi – riuscire a mettere in piedi un topo di riforma che preveda anche un lieve aumento dei costi purché, subito dopo, si riesca a far quadrare i conti recuperando ciò che si è speso in precedenza“. Purtroppo i dati del Ministero di Economia e Finanza parlano molto chiaramente. Nessun tipo di ritocco può essere realizzato che preveda una modifica che superi i tre punti percentuali. In caso contrario il provvedimento potrebbe portare ad un aggravio di bilancio davvero insostenibile.
La maggioranza, come lo stesso Governo, intanto è in pieno fermento. Tante sono le proposte che sono state messe in campo per risolvere una questione davvero spinosa. Renzi, inoltre, è a conoscenza che una possibile introduzione di un sistema che risulti eccessivamente penalizzante potrebbe essere considerato anche peggio di stare fermo. Una delle opzioni che è al vaglio da parte dei tecnici è il prestito previdenziale, un sistema che possa consentire di ottenere un assegno in anticipo da restituire nel corso degli anni. Un sistema già presente in alcuni paesi d’Europa e che potrebbe essere utile per mettere d’accordo la varie parti sociali. Sarà da vedere cosa ne pensano le opposizioni, ma soprattutto che opinione hanno a riguardo i sindacati, da mesi sul piede di guerra.
Se il prestito previdenziale è una delle opzioni che maggiormente si stanno valutando, c’è anche chi propone “l’opzione uomo” un modo per anticipare la pensione dei senza lavoro. Poi naturalmente c’è pone la questione dell’opzione donna, una delle questioni che sta maggiormente a cuore ai sindacati. Altre proposte, comunque all’attenzione del Governo, riguardano il pensionamento a chiunque abbia raggiunto 35 anni di contributi, anche in un’eta tra fra i 62 e i 63 anni.