Se tutto sommato le quotazioni dell’oro hanno fino ad ora resistito alla cosiddetta “bolla cinese“, il prezzo del petrolio e del rame continuano nella loro costante discesa. Nonostante brevi rimbalzi delle ore scorse, la tendenza delle quotazioni del rame sembra essere quelle di un continuo ribasso. Un calo che nei giorni scorsi ha portato il valore del metallo ben al di sotto della soglia psicologica dei 5.000 dollari per tonnellata con un prezzo di 4.983. Si tratta del punto più basso toccato dal metallo rosso da sei anni. La tendenza degli investitori è fortemente condizionata dalla situazione economica cinese che continua a preoccupare i mercati di tutto il mondo.
La Cina, infatti, rappresenta il maggior consumatore di rame al mondo ed una crisi dell’economia potrebbe portare a conseguenze drammatiche sul mercato del rame con un crollo delle quotazioni. La crescita del valore del dollaro è un ulteriore elemento di debolezza per questa particolare tipologia di mercato. Se l’oro, nonostante tutto, viene considerato il bene rifugio per eccellenza, il rame soffre della situazione cinese come non mai. Una condizione non così drammatica, secondo alcuni analisti, che comunque prevedono un lieve e costante aumento del valore nel corso dei prossimi mesi.
Un nuovo rialzo che coinciderà con le prossime misure che, si spera, il governo della Repubblica Popolare metterà in atto per mettere al riparo l’economia dalle speculazioni e per sostenerne la crescita. Per ora, in verità, gli interventi del governo non sembra abbiano portato agli effetti sperati, ed anzi, le svalutazioni sembra aver ancora di più allarmato gli investitori. La situazione del petrolio appare, invece, notevolmente più complessa per le vicende internazionali che spesso ne condizionano pesantemente le quotazioni. La condizioni del petrolio e del rame causano un forte stress per le compagnie produttrici che a breve saranno costrette a significativi tagli della produzione con un’inevitabile nuova ondata di licenziamenti.