Il rallentamento dell’economia cinese sta ormai influendo in maniera sempre maggiore sulle quotazioni delle borse asiatiche e non solo. Un vero e proprio tsunami finanziario che ha trascinato al ribasso le borse europee, già alle prese con una situazione che nei mesi scorsi non è apparsa delle migliori per la crisi greca e la situazione di forte instabilità che ancora vive l’Ucraina. Tornando all’estremo oriente c’è da sottolineare il nuovo crollo di Shangai che nella giornata di oggi ha perso ben sei punti percentuali. La situazione delle quotazioni cinesi si fa sempre più drammatica, basti pensare che dal mese di giugno sono stati neutralizzati tutti i guadagni ottenuti grazie alla spinta del governo.
Una serie di pesanti ribassi che giungono a margine di notizie non proprio esaltanti per una delle economie che da anni viaggiava su ritmi di crescita più sostenuti al mondo. Ma a portare in profondo rosso le quotazioni di Shangai sono oggi i dati relativi al settore del manifatturiero calato dal 47,8% al 47,1%, un dato che si pone al di sotto del risultato conseguito nel mese di marzo del 2009. Insomma il settore da sempre ritenuto vero e proprio fiore all’occhiello del colosso asiatico, oggi ne sta rappresentando un punto di notevole debolezza.
Un notizia pessima per il governo centrale che già nei giorni scorsi ha provveduto per ben tre volte ad una forte svalutazione dello Yuan, altro provvedimento che ha trascinato giù le borse di tutto il mondo. Ad un situazione del manifatturiero non proprio delle migliori si affianca un dato della crescita che si dovrebbe attestare intorno ai sette punti percentuali, anche se per alcuni analisti il risultato potrebbe viaggiare addirittura sul 5%. Una condizione del genere non fa di certo bene all’economia globale che potrebbe assistere ad un nuovo impressionante calo della domanda di petrolio con ulteriori flessioni nel prezzo.