Continua il tira e molla sulla questione delle pensioni. Il Governo di Matteo Renzi si trova ormai nel bel mezzo del fuoco incrociato tra chi, da un lato, spinge per una riforma che cancelli la Fornero per mettere in piedi un nuovo sistema con una maggiore flessibilità in uscita, mentre, dall’altra parte, si nega ogni tipo di manovra adducendo problemi di copertura economica e smentendo qualsiasi tipo di risorse nelle casse del Ministero. Le nuove proposte di una riforma delle pensioni dei politici avanzate dal numero uno dell’Inps, si aggiungono a nuove idee che si inseriscono all’interno di un “mare magnum” di proposte avanzate e sistematicamente osteggiate da una parte o dall’altra.
Una nuova proposta messa in piedi nelle ultime ore da Boeri potrebbe rappresentare una brutta notizia per i tanti italiani all’estero: un forte taglio per le pensioni dei nostri connazionali che risiedono al di fuori dai confini nazionali. Si tratta di un un ricalcolo delle pensioni con il metodo del sistema contributivo. In questo modo le casse dello stato potrebbero registrare un aumento di risorse in grado di garantire più ampi margini di manovra sul sistema previdenziale. E’ di 1,2 miliardi la spesa per prestazioni a pensionati che risiedono fuori dall’Unione Europea di cui una parte significativa, oltre 200 milioni, vengono spesi per integrazioni al minimo e maggiorazioni sociali.
Il nostro paese, come sottolinea Boeri, è uno dei pochi a riconoscere il diritto di “portabilità” negli stati al di fuori dell’Unione Europea, della parte non contributiva degli importo pensionistici. Un sistema che porta così integrazioni al minimo e, nello stesso tempo, a maggiorazioni sociali ad individui che risiedono e corrispondono le tasse in altri paesi. Tutto ciò, secondo Boeri, provoca una riduzione del costo dell’assistenza sociale nei paesi esteri, a spese dell’Italia mentre in Italia al rete di assistenza sociale è del tutto inesistente.