Quando si è alle prime armi nell’avvio di una piccola attività commerciale, capita spesso di partire con le migliori intenzioni ma di trovarsi di fronte ad aspetti finanziari sconosciuti e non preventivati.
Termini come documenti contabili, analisi di bilancio, redditività dell’azienda, finanziamenti a medio/lungo termine, fidi commerciali, e altri ancora, possono coglierci impreparati, soprattutto se non abbiamo una formazione tecnica. E’ consigliabile farsi affiancare, in queste fasi di avvio e nella gestione della propria attività, da un consulente di fiducia, sia esso commercialista o esperto di una associazione di categoria.
Ma, anche nel caso di un’attività già avviata da diverso tempo, è altrettanto buona norma essere consapevoli, nel rapporto con la propria banca, del motivo per cui, a fronte della domanda di un fido bancario, ci viene richiesta una serie di documenti.
Tra questi, l’atto costitutivo e lo statuto (se si tratta di società), l’iscrizione alla Camera di Commercio, la dichiarazione circa gli eventuali affidamenti in essere presso altri istituti, copia dei bilanci degli ultimi esercizi e un bilancio provvisorio per l’anno in corso. Informazioni quali il numero di dipendenti, la concentrazione del numero di clienti (ovvero se la maggior parte del fatturato è determinata da pochi clienti o meno), la stagionalità dell’attività, i tempi di pagamento dei fornitori e i tempi di incasso dai clienti sono elementi altrettanto importanti richiesti dall’istituto di credito.
Le banche, nell’istruire una pratica di affidamento, devono valutare l’affidabilità di un cliente, sia esso persona fisica o piccola società. La documentazione presentata, in particolare i documenti che costituiscono il bilancio, servono per verificare la “bontà” del cliente e valutare se il soggetto sia meritevole di credito o meno.
L’analisi di bilancio consente di calcolare gli indicatori patrimoniali, reddituali e di indebitamento dell’azienda, e acquisire, in tal modo, diverse informazioni, come ad esempio se l’azienda è solida patrimonialmente, se è in grado di produrre utili e il grado di indebitamento (in particolare, se non è troppo indebitata e in quali forme).
I bilanci degli ultimi esercizi vengono richiesti al fine di confrontare l’andamento di questi indicatori nel tempo, e consentono di verificare, ad esempio, la crescita o la riduzione del fatturato nel corso degli anni, oppure l’aumento del livello di indebitamento o l’allungamento dei tempi di incasso. Questi dati, incrociati opportunamente tra loro, e integrati da informazioni acquisite nel colloquio con il cliente, forniscono alla banca una misura del livello di salute di un’azienda.
Le pratiche di affidamento vengono, inoltre, periodicamente revisionate e i fidi possono essere confermati o rivisti. Non stupiamoci, quindi se, a cadenza annuale, il nostro referente bancario ci contatta per acquisire la documentazione aggiornata.
Cerchiamo, al contrario, di farci trovare preparati nel fornire le spiegazioni richieste a fronte di variazioni di fatturato o nel caso vengano evidenziate maggiori difficoltà di riscossione da parte dei clienti. Anzi, seguiamo l’andamento di queste variabili per poter studiare possibili strategie di cambiamento o di riposizionamento di mercato. In modo che la lettura di questi dati non venga considerata uno sterile adempimento, ma serva veramente per il mantenimento e lo sviluppo della nostra attività.