Le Bande di Bollinger è un indicatore finanziario molto consolidato e affidabile nel trading online, soprattutto se integrato da altri indicatori tecnici. L’utilizzo delle Bande di Bollinger è molto ampio, soprattutto quando si desidera sfruttare la volatilità di mercato. Tra gli elementi che caratterizzano le bande di Bollinger e la loro interpretazione si citano anche il bandwidth e l’effetto squeeze, che andiamo a vedere nel dettaglio.
L’effetto squeeze
Le bande di Bollinger sono composte da tre linee parallele tra loro che seguono l’andamento altalenante dei prezzi. Quando la banda superiore e inferiore sono molto ravvicinate tra loro prima dell’esplosione di volatilità si produce il fenomeno chiamato “squeeze” (lett. “schiacciamento”, strettoia), vale a dire che i prezzi camminano sulle bande per diverse sedute al limite della banda inferiore o superiore (a seconda che si tratti di un trend rialzista o ribassista). Questo è da interpretare come un segnale di forza del trend, ma non come un segnale opportuno di trading per aprire posizioni che siano sul lungo o corto periodo, ma ideale per chi pratica scalping o instant trading. Un trend così forte indica che presto la situazione “esplode” e cambia evolvendosi in direzione opposta. Un indicatore che si può abbinare alle Bande di Bollinger a conferma di questo fenomeno è l’oscillatore CCI (Commodity Channel Index).
Cos’è il bandwidth
Il bandwidth è un indicatore di volatilità che si restringe o si allarga in base all’andamento delle bande di Bollinger, vale a dire quando la volatilità scende a livelli storicamente bassi. Lo squeeze si delinea propria quando il bandwidth scende al livello più basso di un certo periodo temporale prefissato.
Esempio: si ponga che nel mese di giugno l’asset in osservazione abbia graficamente rivelato come le bande di Bollinger si avvicinassero tra di loro dopo una tendenza rialzista netta: inizia così la fase di trading range con la media centrale che tende ad appiattirsi e ad essere attraversata al rialzo o al ribasso dai prezzi senza, tuttavia, indicare una direzione precisa. Nel punto di minima dell’indicatore si configura la tipica head fake, vale a dire i prezzi ingannano il trader scendendo sotto la banda inferiore per poi risalire subito dopo prima di consolidarsi nel fenomeno “squeeze”.
La regola dello “squeeze” è che quando si configura un trend importante, la volatilità aumenta velocemente al punto che la banda inferiore tende a muoversi nella direzione opposta dei prezzi (verso il basso se i prezzi sono al rialzo o verso l’alto se i prezzi sono al ribasso). Quando la banda superiore e inferiore cominciano a convergere si registra il picco di volatilità, preludendo allo stop della tendenza registrata per un determinato periodo.
Per sfruttare al meglio le possibilità di guadagno nel fase di squeeze si può optare per l’apertura di una posizione in direzione della head fake, impostando un rigido stop loss per contenere eventuali perdite e contestualmente aprire una posizione di segno opposto nel caso la tendenza cambi nell’imminenza dell’operatività, sfruttando così la volatilità del mercato. Bandwidth e squeeze sono, dunque, due “tecniche” o modi di interpretare la lettura delle bande di Bollinger ai fini delle proprie operazioni di trading.